Dedalo e Icaro
Teseo uscì dal Labirinto con l'aiuto di Arianna
poi l'abbandonò, lei dormiente
se fosse stato nel potere di lei
riaggomitolare il filo
quale la sorte dell'uomo?
Si metta lui stesso alla prova
col Minotauro
dimostri la sua statura di eroe!!
Teseo
Vista dal vero, mette paura. Al pari del corpo di Lica, nell'attesa di essere lanciato oltre i confini dell'universo....
il Labirinto di Stra
ove perdersi diventa gioco
E' Arianna che trattiene fra le sue morbide dita
il capo del filo che permette l'uscita dal Labirinto...
l'estrema dolcezza dell'Arianna di Guido Reni (1640)
Femminilità
Ariadne
John Vanderlyn, 1820
Teseo,
l'eroe
sempre Canova, no?
codesta femminilità=sottomissione=essere posseduta dall'uomo etc
l'immagine di una donna deve esprimere forza come la vergine
non centra nulla con quello che intendevo
inoltre mi innoridisci quando dici che la femminilità si esprime quando entra in simbiosi con l'uomo, il maschio è semmai il distrutture della femminilità
la nave di Teseo sta per raggiungere l'orizzonte
ma...
le fiere di Dioniso già sono accovacciate ai piedi di Arianna
John William Waterhouse, 1898
Ariadne
la maestria di Tiziano il grande...
Dioniso Arriva e incorona Arianna di stelle
L'abbandono di Teseo è prodromo di nuovi orizzonti...celesti
Teseo
da " Il mito di Arianna, di Giorgio Ieranò
pag. 26
" Ci sono due immagini di labirinti su tavolette mesopotamiche databili alla fine del II millennio a.C. e conservate l'una Berlino e l'altra a Leiden.
Il tracciato è in entrambi i casi a forma di spirale. Le iscrizioni cuneiformi ci permettono di interpretare queste raffigurazioni:
si trattava di rappresentazioni di viscere di animali che, come accade sovente nel mondo antico, gli indovini scrutavano per trarne presagi.
Le viscere di Chartres
Ma i testi cuneiformi parlano anche di un "palazzo delle viscere" che si è ritenuto possibile identificare con il mondo infero, anche sulla base del fatto che un demone mesopotamico dell'Aldilà, Humbaba...., era raffigurato come "uomo delle viscere", con il viso composto da interiora.
Si diceva che Humbaba abitasse in una foresta incantata, dove si intrecciavano sentieri tortuosi e strade senza uscita
Leggevo qualche giorno fa una trattazione molto bella da parte dello Jaspers (nel suo saggio su Nietzsche ovviamente) della metafora del labirinto come condizione umana fondamentale dopo la oggi inflazionata "morte di dio".
Io che di pittura sono ignorantello porterò un'immagine cinematografica... la fine di Shining di Kubrick, dove la follia del protagonista si conclude proprio in un labirinto... (ho trovato solo questo con musiche aggiunte purtroppo) http://it.youtube.com/watch?v=tNZKL_AviCQ
bello, sgub, davvero interessante
l'io bambino che riesce a sgusciare dal labirinto di ghiaccio
che poi sono i cunicoli di Kubrik, come leggo cercando di lui
" I LABIRINTI NEL CINEMA -
Seconda parte del viaggio attraverso i dedali cinema¬tografici: dai geometrici intrichi di Kubrick alla pri¬gione senza confine di Tarkovskij
di Giovanni Bogani
Se poi leggiamo il romanzo di Stephen King da cui è stato tratto il film , avremo una sorpresa.
Il labirinto di siepi non c'è: non se ne parla. Nessuna traccia. È un "piccolo particolare" aggiunto da Kubrick, che dunque ne è due volte responsabile,
come metteur-en-scène e ideatore.
C'è un altro piccolo cambiamento. Nel libro l'arma del pro¬tagonista è una mazza da croque.
Nel film è diventata un'ascia, che somiglia tanto alla labrys, ascia doppia simbolo di potere, la cui figura era all'entrata del Palazzo di Cnosso e da cui pareva derivare l'etimologia "labirinto".
E i labirinti di Kubrick sono del primo tipo. Cioè, non è tanto difficile arrivarne al centro, né poi uscirne, quanto affrontare il Minotauro: Nicholson. Il quale, come suggerisce la fotografia finale, che sorprendentemente ce lo mostra, identico, in una festa da ballo del 1921, è lì da sempre. Proprio come il Minotauro del mito non è lì da un giorno, quando arriva Teseo."
grazie
Prego, però non puoi tagliarmi la parte su Tarkovksij, è il (secondo) più grande!!!
EDIT: in effetti ho ricercato l'articolo... e non parla di Andreij! Maledetto l'autore allora che mi ha illuso allora...
uhmm
ma nessuno ci vieta di parlare di andreij!
nn pensavo fosse anche lui nel labirinto...
ci siamo passati in molti allora....
Probabilmente ci siamo tutti
Tarkovskij in verità non mette mai esplicitamente l'immagine del labirinto credo però certamente appartiene a quei registi che amano addentrarsi nei pensieri più profondi e quindi inevitabilmente perdervicisi. Credo che per lui ci fosse solo un filo di arianna per uscire fuori, la fede, intesa non in senso strettamente religioso ma in senso estensivo, un po' come il "tenere-per-vero" con cui Heidegger definisce la verità per Nietzsche. Nel suo ultimo film "Sacrificio" arriva a citare fra l'altro Nietzsche direttamente insieme coll'eterno ritorno ed il sacrifico è un po' l'estremo atto di quella coerenza che la fede richiede. Anche l'eterno ritorno ha il suo sacrificio, il sacrificio col miele che apre la quarta parte dello zarathustra, e che ironia della sorte potremmo ricollegare ad un incisione a cnosso che dice ""Miele alla Signora del Labirinto" intendendo ovviamente Arianna!
Probabilmente è solo un'assonanza di parole, però è bello pensare che ci sia qualcosa di giusto sotto!
sgub! guarda cosa ho trovato cercando Tribschen!
la casa di Wagner e Cosima è visitabile!
guarda che spettacolo la passeggiata lungo le rive del lago di Lucerna!
era lì che Fritz accendeva e placava i sensi
http://www.richard-wagner-museum.ch/en/museum/360bilder.htm#
Oddio credo che un museo su Richard Wagner potrebbe uccidermi
Comunque è bello volare un po' colla fantasia, tanto non costa nulla (e sai che sono attento al portafoglio!) e male che vada ci bruciamo le ali al sole fuggendo dal solito labirinto e ci godiamo una bella caduta da frutti maturi.
Minosse, padre di Arianna, colui che assegna la direzione nel labirinto inferino
"Il labirinto rappresenterebbe dunque le viscere della terra, l'immagine dell'Aldilà tradotta nella cifra enigmatica di meandri e spirali.
Tuttavia, nota ancora Kerényi, la specificità del labirinto rispetto al mondo infero risiede nel fatto che il viaggio nel labirinto non è necessariamente un viaggio senza ritorno.
Il labirinto è in realtà, al contrario di quanto potrebbe sembrare e in opposizione all'Ade, il luogo da cui si può uscire :
uno spazio che presenta sempre, nonostante le sue insidiose tortuosità, una via d'uscita"
APOLLODORO, Epitome, I, 14
....Ma Icaro, trascinato dall'entusiasmo, dimenticò le raccomandazioni paterne, e volò sempre più in alto: e allora la colla si sciolse e il ragazzo precipitò nel tratto di mare che dal suo nome poi si chiamò Icario, e morì. Dedalo invece si salvò, e riuscì ad arrivare a Camico in Sicilia.
Minosse andò all'inseguimento di Dedalo, e in ogni regione che attraversava faceva vedere agli abitanti una grossa conchiglia tritonide, e i suoi araldi promettevano una enorme ricompensa a chi fosse riuscito a far passare un filo di lino nella spirale della conchiglia: solo Dedalo, pensava Minosse, ne sarebbe stato capace, e in questo modo certo avrebbe scoperto dove si trovava.
E un giorno Minosse arrivò anche a Camico, in Sicilia, alla corte di Cocalo, proprio dove Dedalo si nascondeva: e anche qui fece vedere la conchiglia.
Cocalo la prese, dichiarò che era in grado di far passare il filo, e portò la conchiglia a Dedalo. Dedalo allora fece un buchino nella conchiglia, poi legò il filo di lino a una formica, la fece entrare da lì e quella poi uscì dalla parte opposta, dopo aver tirato il filo lungo tutta la spirale della conchiglia.
Quando Minosse vide che il problema era stato risolto, capì che Dedalo si trovava alla corte di Cocalo, e chiese che gli venisse consegnato. Cocalo glielo promise, e intanto invitò Minosse a fermarsi come suo ospite: ma mentre faceva il bagno le figlie di Cocalo lo uccisero - e qualcuno dice che gli fu versata addosso dell'acqua bollente.
Anthonis Van Dyck
Dedalo e Icaro, 1630
Giovanni Antonio Burrini (bolognese di quelli peleti)
A. & D.
Spero di non risultare off-topic: il labirinto c'è. Sotto forma di 'turbine', di pieghe di un vestito indossato dal tempo.